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27/11/2008 17:32 | |
LE REGOLE DEL GUSTO
Questa riflessione/discussione che oggi vorrei proporre è stata stimolata da un confronto (in altra sede) con l’amico Paparel ma anche da una serie di accadimenti nel mondo della enogastronomia che vedono messe in discussione certe “regole” che dovrebbero dettare i gusti delle persone, in special modo quelle guide enogastronomiche che si arrogano il diritto di giudicare i locali in base a parametri teoricamente standard stilando anche delle classifiche di gradimento sempre in nome di detti, opinabili, parametri.
Il punto quindi è, esistono delle regole del gusto oppure esse sono solo una invenzione di un marketing teso più a generalizzare e ad indirizzare il consumo che a soddisfare le vere esigenze dell’individuo??
Il mio punto di vista in merito è scontato, (meglio puntualizzare prima che Alessapo si arrabbi ) per stessa mia regola di vita “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace” rifuggo le imposizioni di chicchessia riservandomi il diritto di giudicare ciò che è buono/non buono solo ed esclusivamente in base al mio gradimento e alla mia soddisfazione.
Credo infatti che nella assoluta individualità che ci distingue l’uno dell’altro sia impossibile individuare regole generali di gusto se non nel caso in cui si necessiti di un supporto di sicurezza quando non siamo in grado, o non volgiamo, di esprimere le nostre convinzioni.
Questa situazione applicata alla enogastronomia trova applicazione anche in altri campi culturali nei quali si tentano di imporre regole di gradimento generalizzate, sottovalutando l’importanza della valutazione soggettiva cardine fondamentale di qualsiasi cultura che possa definirsi tale.
Termino con una citazione epica e pertinente:
“la corrazzata Potiomkin è una cagata pazzesca”
A voi Amici
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27/11/2008 18:04 | |
Eccomi...
E sono perfettamente d'accordo con te!
Aggiungo un esempio dalla mia vita di turista/viaggiatore per affari.
Mi premunisco spesso di una guida quando sosto per più di due giorni in un paese che non conosco. E, fatto questo errore più di una volta, non mi affiderò mai più per esempio alla Lonely Planet (che fa figo e basta...) ma che nello specifico giudica i ristoranti o i pub in base ad uno spiccato gusto americano per il cibo, ovvero nullo...
Quindi, meglio i consigli degli amici e il gusto dell'"avventura" anche pronti a prendere una fregata che però farà esperienza e affinerà il nostro gusto...
Sono andato fuori tema? Spero non troppo
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| | | OFFLINE | | Post: 8.117 | Registrato il: 04/01/2007
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27/11/2008 18:08 | |
Bè ciò che tu hai scritto è sintetizzabile in: oggettivo/soggettivo. Pertanto o si nega l'oggettività e si da spazio solo alla soggettività, oppure non è condivisibile il tuo pensiero
"Nella botte piccola c'è stà er vino bono, ma nel frigorifero rosso ce ne stà de ppiù"
Saluti Stefano
Pe magnà bisogna dasse da fà!! |
| | | OFFLINE | | Post: 22.984 | Registrato il: 21/05/2004
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27/11/2008 18:09 | |
Io credo che la realtà stia nel mezzo.
Esistono cibi, bevande e accostamenti che sono talmente cattivi da essere una realtà assoluta
Un vino andato in aceto è cattivo, la pasta troppo cotta ed anche cruda fa schifo, una pietanza che sà di bruciato e immangiabile ed anche le salsicce con la marmellata che mangiano gli americani fanno schifo
Viceversa molto spesso il giudizio su qualcosa è soggettivo o comunque condizionato dalle nostre abitudini e gusti.
Io non troverò mai buono nessun tartufo e non potrei essere arbitro oggettivo, a me non piace e quindi non lo mangio mai.
Certi piatti come li cucinava mia madre per me restano i migliori, lo erano veramente o si tratta solo di abitudine e gusto?
E' difficile dare una risposta.
In questo senso Ti dò ragione, tranne casi particolari, è ben difficile stilare una classifica oggettiva
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27/11/2008 18:18 | |
automedonte, 27/11/2008 18.09:
Io credo che la realtà stia nel mezzo.
Esistono cibi, bevande e accostamenti che sono talmente cattivi da essere una realtà assoluta
Un vino andato in aceto è cattivo, la pasta troppo cotta ed anche cruda fa schifo, una pietanza che sà di bruciato e immangiabile ed anche le salsicce con la marmellata che mangiano gli americani fanno schifo
Viceversa molto spesso il giudizio su qualcosa è soggettivo o comunque condizionato dalle nostre abitudini e gusti.
Io non troverò mai buono nessun tartufo e non potrei essere arbitro oggettivo, a me non piace e quindi non lo mangio mai.
Certi piatti come li cucinava mia madre per me restano i migliori, lo erano veramente o si tratta solo di abitudine e gusto?
E' difficile dare una risposta.
In questo senso Ti dò ragione, tranne casi particolari, è ben difficile stilare una classifica oggettiva
a parte il tartufo quoto il mio amico cesare
PS: “la corrazzata Potiomkin è una cagata pazzesca”
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| | | OFFLINE | | Post: 31.761 | Registrato il: 07/04/2004
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27/11/2008 18:30 | |
Concordo pienamente con Gabriele, lo standardizzare tutto e voler sempre fare classifiche e graduatorie ci ha portato anche alla classificazione del Gusto,(la Globalizzazione è anche questo)senso che invece è personalissimo.
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| | | OFFLINE | | Post: 6.686 | Registrato il: 10/02/2004
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27/11/2008 18:38 | |
paparel, 27/11/2008 18.08:
Bè ciò che tu hai scritto è sintetizzabile in: oggettivo/soggettivo. Pertanto o si nega l'oggettività e si da spazio solo alla soggettività, oppure non è condivisibile il tuo pensiero
Troppo estremistico , ci sono condizioni che non trascendono dalla soggettività altre che invece sono chiaramente oggettive, è ovvio che quelle realisticamente oggettive sono ben poche, o meglio si possono fermare ad una valutazione superficiale del dato in esame, dire che una cosa è buona si può anche affermare oggettivamente ma "quanto" buona diventa un discorso puramente soggettivo, la Nutella è buona oggettivamente ma io non la mangio perchè non rientra nei mie parametri di godimento gastronomico.
E' anche vero che qualsiasi valutazione oggettiva risponde a parametri soggettivi, quindi, per quanto mi riguarda, tranne nei casi conclamati come il sorgere del sole, le valutazioni sono solo ed esclusivamente soggettive.
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| | | OFFLINE | | Post: 8.117 | Registrato il: 04/01/2007
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27/11/2008 18:51 | |
Freevax, 27/11/2008 18.38:
Troppo estremistico , ci sono condizioni che non trascendono dalla soggettività altre che invece sono chiaramente oggettive, è ovvio che quelle realisticamente oggettive sono ben poche, o meglio si possono fermare ad una valutazione superficiale del dato in esame, dire che una cosa è buona si può anche affermare oggettivamente ma "quanto" buona diventa un discorso puramente soggettivo, la Nutella è buona oggettivamente ma io non la mangio perchè non rientra nei mie parametri di godimento gastronomico.
E' anche vero che qualsiasi valutazione oggettiva risponde a parametri soggettivi, quindi, per quanto mi riguarda, tranne nei casi conclamati come il sorgere del sole, le valutazioni sono solo ed esclusivamente soggettive.
Bè ma è anche vero che l'oggetività si fonda su una pluralità di soggettività, essendo il gusto umano prodotto dalle papille gustative che generano in ognuno di noi la sensazione di un cibo (es. dolce, salato, amaro, ecc...). Pertanto un abbinamento dolce/salato nel suo estremo, è palesemente disgustoso, (vedi salsiccia e marmellata come diceva Cesare), nulla vieta però che a qualcuno possa piacere. Ecco il motivo di una indicazione di massima sugli abbinamenti, sia in cucina, che col vino. Vorrei vedere se piacendo a Toro una fiorentina con la nutella, da domani servisse ai suoi clineti la stessa dicendo che è buona perchè piace a lui....
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Saluti Stefano
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| | | OFFLINE | | Post: 3.287 | Registrato il: 29/07/2008
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27/11/2008 19:06 | |
Pienamente d’accordo sul fatto che il gusto è questione soggettiva e che nessuno può sostitursi a noi per dirci ciò che ci piace.
Detto questo, ci sarebbe un però....
....il gusto, come ogni parte di noi, può essere....allenato, educato, affinato. Non mi dilungo su questo e su come un amico gourmet ed ex cuoco mi abbia fatto da allenatore (con risultati, ehmm, modesti, ma comunque apprezzabili), permettendomi di valutare certe differenze tra cibi o vini apparentemente uguali e di apprezzare alcuni sapori e profumi che manco avrei considerato.
Intanto, la qualità della materia prima viene prima di tutto, la preparazione arriva dopo e a nulla vale se la materia prima è scadente. E di tale qualità un gusto educato dovrebbe saper capire e valutare il livello.
A questo, secondo me, dovrebbero servire le guide, quelle “serie” (ammesso che ce ne siano), ad indicarci i locali dove un dato oggettivo come la qualità della materia prima (della carne, del pesce, dell’olio, del vino, ecc.) è certo e di elevato livello.
Che poi i piatti confezionati in quei locali ci possano o meno piacere è un altro discorso e riguarda solo noi.
[Modificato da Lu.K 27/11/2008 19:07]
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| | | OFFLINE | | Post: 17.222 | Registrato il: 14/09/2005
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27/11/2008 19:22 | |
Sono più in sintonia con Cesare: Il gusto è un senso, come vista, olfatto, tatto, udito.
In linea di massima, tutti sottostiamo a "convenzioni", costruite o imposte.
Più o meno tutti ci capiamo se parliamo di colore rosso (e non è un caso ), di profumo di funghi, di sensazione di "freddo", rumore acuto.
Ci sono anche casi eccezzionali ed estremi, ma siglignificativi di quanto possono essere diverse le percezioni tra un soggetto e l'altro.
Non tutti percepiscono le stesse sfumature: ci sono gli "orecchi assoluti" che percepiscono frequanze e tonalità maggiori rispetto ai più. Come ci sono i daltonici (che vedono frequenze diverse di colore), chi non percepisce le variazioni di temperatura o chi non percepisce odore.
Credo quindi ci siano anche differenze nella percezione del gusto.
Oltretutto, essendo i nostri parametri di valutazione basati sull'influenza culturale e sperimetale, anche il gusto, come l'estetica, sono frutto di un'insieme di rielaboraizoni.
C'è chi in gioventù ha vissuto mangiando tante uova e oggi non ne può più, fino a detestarle (mio padre), oppure chi non avendo mai assaggiato una cosa, non ne apprezza le peculiarità (il mio primo incontro con le cime di rapa).
Questo non per dire che tutto è buono, ma che, come dici tu stesso Gabri, non è buono ciò che è buono, ma ciò che piace...
Quindi sono "soggettivo", ma anche "influenzato" dalle mie esperienze (o NON esperienze).
...Il mio crimine è la curiosità... (Manifesto hacker) - "La parola non è affatto innocente." Bernard-Henri Lévy |
| | | OFFLINE | | Post: 948 | Registrato il: 17/02/2005
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27/11/2008 21:25 | |
Freevax, 27/11/2008 17.32:
LE REGOLE DEL GUSTO
Il punto quindi è, esistono delle regole del gusto oppure esse sono solo una invenzione di un marketing teso più a generalizzare e ad indirizzare il consumo che a soddisfare le vere esigenze dell’individuo??
A voi Amici
Paradossalmente ribalto la situazione.... secondo me un certo tipo di marketing toglie agli individui il gusto di provare a scoprire e quindi educare il gusto stesso (come dice Lu.K) che, pertanto, secondo me è assolutamente personale ma frutto di esperienze di vita, carattere, passioni ecc...
Le regole esistono quindi perchè adeguate ad una storia ed ad una cultura di un popolo od una terra, ma in assoluto tra individui diversi deve esserci la possibilità che ad uno piacciano cose che "le buone regole della tavola" giudicano totalmente fuori luogo...
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| | | OFFLINE | | Post: 61.880 | Registrato il: 21/04/2006
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27/11/2008 21:33 | |
Dico la mia, le regole sono state fatte da uomini, quindi in principio si è trattato di qualcosa di soggettivo.
Parametrizzare qualcosa di "invisibile" come il gusto mi sembra quanto mai un azzardo perciò dico che:
"non è bello ciò che è bello ma è bello quello che mi piace"
Infatti possiedo una Ducati Multistrada!
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| | | OFFLINE | | Post: 6.686 | Registrato il: 10/02/2004
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27/11/2008 21:34 | |
paparel, 27/11/2008 18.51:
Bè ma è anche vero che l'oggetività si fonda su una pluralità di soggettività,
E' proprio questo quello che non condivido , la pluralità di soggettività tale resta, non può diventare oggettività, non è logico che il gusto di massa cancelli quello individuale, il fatto che la maggior parte della popolazione mondiale giudica buono il fast food non ne fà di conseguenza un luogo dove tutti fanno la fila per mangiarci.
paparel, 27/11/2008 18.51:
Vorrei vedere se piacendo a Toro una fiorentina con la nutella, da domani servisse ai suoi clineti la stessa dicendo che è buona perchè piace a lui....
Sbaglierebbe infatti perchè pretenderebbe che il suo gusto soggettivo fosse condiviso dai più, la bravura di un oste stà proprio nella capacità di interpretare al meglio le esigenze dei suoi clienti, certo è tutto molto più facile se a questi clienti una regola del gusto "suggerisce" quello che devono mangiare.
Bella discussione!!!!
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| | | OFFLINE | | Post: 6.686 | Registrato il: 10/02/2004
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27/11/2008 21:45 | |
Lu.K, 27/11/2008 19.06:
Detto questo, ci sarebbe un però....
....il gusto, come ogni parte di noi, può essere....allenato, educato, affinato. Non mi dilungo su questo e su come un amico gourmet ed ex cuoco mi abbia fatto da allenatore (con risultati, ehmm, modesti, ma comunque apprezzabili), permettendomi di valutare certe differenze tra cibi o vini apparentemente uguali e di apprezzare alcuni sapori e profumi che manco avrei considerato.
Intanto, la qualità della materia prima viene prima di tutto, la preparazione arriva dopo e a nulla vale se la materia prima è scadente. E di tale qualità un gusto educato dovrebbe saper capire e valutare il livello.
A questo, secondo me, dovrebbero servire le guide, quelle “serie” (ammesso che ce ne siano), ad indicarci i locali dove un dato oggettivo come la qualità della materia prima (della carne, del pesce, dell’olio, del vino, ecc.) è certo e di elevato livello.
Che poi i piatti confezionati in quei locali ci possano o meno piacere è un altro discorso e riguarda solo noi.
Giusta osservazione che in parte condivido , ma mi chiedo, si riesce a riconoscere la differenza tra "educazione" e "coercizione"??? Cioè siamo in gardo di distinguere tra insegnamenti relaticvi ai fondamentali e suggerimenti soggettivi??? e poi serve davvero qusto allenamento oppure sarebbe possibile farlo autonomamente???
Per spiegarmi meglio faccio un paragone artistico, per rimanere estasiati davanti ad un Botticelli, Leonardo, Monet basta soffermarsi a guardarli non serve altro, per restare estasiati davanti ad un Balla o un Fontana servono profonde basi artistiche o forse serve qualcuno che ci convinca spiegandocelo del loro valore artistico???
Non è che la "sofisticazione" del gusto ci porta ben lontano da quello che idealmente invece vorremmo ottenere???
N.B.
Le domande sopra esposte sono rivolte anche a me stesso in quanto non ho la sicurezza della risposta
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| | | OFFLINE | | Post: 31.761 | Registrato il: 07/04/2004
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27/11/2008 21:59 | |
Freevax, 27/11/2008 21.34:
Sbaglierebbe infatti perchè pretenderebbe che il suo gusto soggettivo fosse condiviso dai più, la bravura di un oste stà proprio nella capacità di interpretare al meglio le esigenze dei suoi clienti, certo è tutto molto più facile se a questi clienti una regola del gusto "suggerisce" quello che devono mangiare.
Bella discussione!!!!
Hai ragione su tutti i fronti,e difatti molte dellemie ricette sono "modificate " per venire incontro al gusto dei miei clienti,ultima su tutte stasera la "Focaccina al formaggio" su base focaccia di Recco,ma la crescenza per la mia cucina è troppo delicata,ho dovuto fare una modifica,infatti adesso su parecchi tavoli ho dovuto fare il Tris,mentre stamattina con lo stracchino il giudizio era "Buona...Delicatissima...bravo " che tradotto in Romano vuol dire "sa di poco...".
La mia teoria è "se un prodotto ha successo ma devia dalle tradizioni,continua...presto sarà esso stesso una tradizione"
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| | | OFFLINE | | Post: 3.287 | Registrato il: 29/07/2008
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27/11/2008 22:31 | |
Freevax, 27/11/2008 21.45:
(...) mi chiedo, si riesce a riconoscere la differenza tra "educazione" e "coercizione"?? Cioè siamo in gardo di distinguere tra insegnamenti relaticvi ai fondamentali e suggerimenti soggettivi???
Mi cimento in risposte a domande che anch'io mi faccio (ma mi sa che andiamo OT).
Fino ad una certa età no, non nasciamo...imparati, nè già dotati di spirito critico, di autonomia di pensiero.
Tant'è, ragionando per estremi, che se un umano viene allevato da un lupo, diventa lupo, non nell'aspetto, ma nel comportamento.
Perciò dell'educazione abbiamo bisogno.
Da un certo punto in avanti, sta ad ognuno di noi distinguere, scegliere, tra ciò che è educazione e ciò che è (diciamolo pure) condizionamento.
Cosa ci può aiutare in questo? Sicuramente la "cultura": più si conosce l'argomento più difficile sarà che in quel campo si sia condizionati.
Poi l'esperienza.
Ma, soprattutto, la voglia e la capacità, davanti ad ogni cosa, anche quella apparenemente più scontata, di porsi domande, dubbi. Anche perchè, in mancanza di questo, sia cultura che esperienza sarebbero...viziate.
Freevax, 27/11/2008 21.45:
e poi serve davvero qusto allenamento oppure sarebbe possibile farlo autonomamente???
Per spiegarmi meglio faccio un paragone artistico, per rimanere estasiati davanti ad un Botticelli, Leonardo, Monet basta soffermarsi a guardarli non serve altro, per restare estasiati davanti ad un Balla o un Fontana servono profonde basi artistiche o forse serve qualcuno che ci convinca spiegandocelo del loro valore artistico???
Non è che la "sofisticazione" del gusto ci porta ben lontano da quello che idealmente invece vorremmo ottenere???
Confermo, non avrei dubbi, l'allenamento, l'educazione, servono. Per qualsiasi cosa.
Esempi banali: si distingue da chilometri lo sciatore o il tennista autodidatta.
La mente poco allenata è lenta e poco elastica. Poco propensa a ragionare e a porsi dubbi.
Poi sta a noi scegliere allenatori validi, a fare con regolarità il corretto esercizio, a sviluppare uno spirito critico, a personalizzare lo stile scolastico che ci hanno insegnato, una nostra tattica di gara, di vita.
Come dice mia moglie: dopo i quarant'anni ognuno è responasabile della propria faccia.
Freevax, 27/11/2008 21.45:
N.B.
Le domande sopra esposte sono rivolte anche a me stesso in quanto non ho la sicurezza della risposta
Non ce l'ho neppure io!
P.S.: per riportare lo sproloquio nel tema applicate il tutto alla...gastronomia
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| | | OFFLINE | | Post: 17.222 | Registrato il: 14/09/2005
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28/11/2008 09:51 | |
Freevax, 27/11/2008 21.45:
Per spiegarmi meglio faccio un paragone artistico, per rimanere estasiati davanti ad un Botticelli, Leonardo, Monet basta soffermarsi a guardarli non serve altro, per restare estasiati davanti ad un Balla o un Fontana servono profonde basi artistiche o forse serve qualcuno che ci convinca spiegandocelo del loro valore artistico???
In questo caso credo basti conoscere l emotivazioni della "rottura".
Conoscere il periodo storico, culturale e sociale che ha indotto alcuni artisti ad oltrepassare quei canoni convenzionali dell'estetica riconosciuta dalla massa.
In ambito gastronomico è l'equivalente, credo, della nouvelle couisine o il ritorno al rito dello slow-food.
Un'antitesi che nasce da un'eccesso precedente.
...Il mio crimine è la curiosità... (Manifesto hacker) - "La parola non è affatto innocente." Bernard-Henri Lévy |
| | | OFFLINE | | Post: 22.984 | Registrato il: 21/05/2004
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28/11/2008 10:25 | |
multimano, 28/11/2008 9.51:
In questo caso credo basti conoscere l emotivazioni della "rottura".
Conoscere il periodo storico, culturale e sociale che ha indotto alcuni artisti ad oltrepassare quei canoni convenzionali dell'estetica riconosciuta dalla massa.
In ambito gastronomico è l'equivalente, credo, della nouvelle couisine o il ritorno al rito dello slow-food.
Un'antitesi che nasce da un'eccesso precedente.
Però nel caso della nouvelle cousin (che odiavo ed odio a prescindere perchè le razioni sono da fame )si è trattato di una moda che si è molto mitigata con il tempo.
Viceversa le opere di quegli artisti, per chi ha basi adeguate sono considerate capolavori tuttora.
Esistono in effetti sapori ai quali ci si deve abituare lentamente e soprattutto guidati da qualcuno del cui gusto Ti fidi.
Quello che voleva dire Gabriele, penso, è che oggi troppo spesso ci si affida solo ed esclusivamente a guide di vario genere rinunciando completamente ad un giudizio critico soggetivo che invece dovrebbe essere alla base di qualunque valutazione.
Certi cibi ma lo stesso discorso vale per le auto, moto, abbigliamento ect vengono considerati buoni o cattivi a prescindere solo perchè lo ha scritto o lo ha detto qualche pirla
Il tema dei vini è emblematico al riguardo: ci hanno fatto credere che per apprezzare e saper scegliere un vino ci vuole una cultura enologica alla base e quindi è giusto affidarsi al giudizio degli esperti
Io me ne frego, per me il vino si divide in due categorie fondamentali: quello buono e quello cattivo che evito
Ovviamente tra i vini che considero buoni ho delle preferenze anche negli abbinamenti e me ne frego di quel che dicono gli esperti (Paparel )
[Modificato da automedonte 28/11/2008 10:26]
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| | | OFFLINE | | Post: 31.761 | Registrato il: 07/04/2004
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28/11/2008 10:55 | |
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| | | OFFLINE | | Post: 17.222 | Registrato il: 14/09/2005
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28/11/2008 11:04 | |
automedonte, 28/11/2008 10.25:
Però nel caso della nouvelle cousin (che odiavo ed odio a prescindere perchè le razioni sono da fame )si è trattato di una moda che si è molto mitigata con il tempo.
Viceversa le opere di quegli artisti, per chi ha basi adeguate sono considerate capolavori tuttora.
Esistono in effetti sapori ai quali ci si deve abituare lentamente e soprattutto guidati da qualcuno del cui gusto Ti fidi.
Quello che voleva dire Gabriele, penso, è che oggi troppo spesso ci si affida solo ed esclusivamente a guide di vario genere rinunciando completamente ad un giudizio critico soggetivo che invece dovrebbe essere alla base di qualunque valutazione.
Certi cibi ma lo stesso discorso vale per le auto, moto, abbigliamento ect vengono considerati buoni o cattivi a prescindere solo perchè lo ha scritto o lo ha detto qualche pirla
Il tema dei vini è emblematico al riguardo: ci hanno fatto credere che per apprezzare e saper scegliere un vino ci vuole una cultura enologica alla base e quindi è giusto affidarsi al giudizio degli esperti
Io me ne frego, per me il vino si divide in due categorie fondamentali: quello buono e quello cattivo che evito
Ovviamente tra i vini che considero buoni ho delle preferenze anche negli abbinamenti e me ne frego di quel che dicono gli esperti (Paparel )
Perfettamente d'accordo, ma io non intendevo considerare lo sviluppo di una "moda" o di un nuovo filone "artistico".
Mi ero solo soffermato sul perchè nasce una nuova corrente di pensiero: generalmente credo per "rottura" col passato. Giusto o sbagliato che sia. Se uno sa di cosa si sta parlando, forse ne intusce meglio le carattesristiche peculiari.
Che poi ne nasca LA corrente di pensiero è un'altro discorso
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