I fatti ci hanno poi fatto capire cosa è successo, anche se con la logica lo si era già immaginato: Un finanziere "puro", Bonomi, ha deciso di vendere Ducati e quindi di spuntare il prezzo migliore possibile. Come farlo? Semplice, investimenti limitati ma con un ritorno immediato quindi modelli nuovi "da bar" per allargare la clientela, e pazienza se si scontenta lo zoccolo duro degli appassionati tradizionalisti (che sono quelli che tengono a galla le Case negli anni difficili) e uno specchietto per le allodole costosissimo come Rossi, certo, ma che è costato molto meno che sviluppare una nuova MotoGP. Adesso che la proprietà è di un'industria motoristica le cose miglioreranno ma non subito, le parole del crucco sono state quelle giuste per gli appassionati, e pazienza per i tifosi da curva: "Prima capiamo cosa dobbiamo fare, poi facciamolo bene nel tempo che ci vuole". Traduzione libera ma fedele, non mi stupirei se quello che ci vuole fossero un accordo con Michelin e la rottura di balle a Dorna per la fine della monogomma, paradossalmente oggi la posizione della Ducati è politicamente più forte che qualche anno fa, se si ritira da
TUTTE le corse Dorna dovrà accorpare MotoGP e SBK per mettere assieme abbastanza moto sulla griglia...