Vino fatto in casa

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multistrangola
00martedì 18 novembre 2008 00:45
Apro questa discussione perchè per anni mi sono sentito dire e purtroppo offrire il famigerato vino del contadino.

Non so voi ma io nel 99%dei casi l'ho sempre trovato tra lo spiacevole e il disgustoso [SM=x52788] [SM=x52788]

fortunatamente diversi esperti hanno spesso avvalorato la mia tesi.....vorrei però conoscere il punto di vista degli esperti e non...
multicorsaro
00martedì 18 novembre 2008 08:42
Re:
multistrangola, 18/11/2008 00:45:

Apro questa discussione perchè per anni mi sono sentito dire e purtroppo offrire il famigerato vino del contadino.

Non so voi ma io nel 99%dei casi l'ho sempre trovato tra lo spiacevole e il disgustoso [SM=x52788] [SM=x52788]

fortunatamente diversi esperti hanno spesso avvalorato la mia tesi.....vorrei però conoscere il punto di vista degli esperti e non...




QUOTO
alessapo
00martedì 18 novembre 2008 08:45

io non sono un esperto di vini ma in una trasmissione televisiva ho sentito raccontare che questo vino assomiglierebbe di più ai vini "di una volta", meno elaborati...e prodotti con molti meno mezzi rispetto ai noti e pluriquotati vini attuali.
Il gusto di questo vino risulterebbe quindi sempre inferiore in quanto ci si è maggiormente abituati ai vini di cosiddetta qualità...

Come dire che le mele biologiche sono sempre più bruttine e amarognole di quelle "coltivate" per il marketing...

Però, ripeto, non sono un esperto...
multikatana
00martedì 18 novembre 2008 09:56
neanche io sono un esperto, ma mio nonno e i suoi fratelli avendo un piccolissimo vigneto in paese, producevano (parlo di tanti anni fà) per conto loro qualche bottiglia di vino...

la qualità, intesa come gusto, dipendeva dalle annate, quindi in alcuni casi era buonino, in altre aveva lo stesso sapore dell'aceto [SM=x52789]

invece una mia amica ha un bel vigneto a tufo...
lo produce per consumo personale...
in questo caso devo dire che il greco che produce lei è più buono di quello venduto [SM=x52785] [SM=x52785] [SM=x52785] [SM=x52771]
riccardo.matesic
00martedì 18 novembre 2008 10:35
Mah...
Sinceramente Andrè,
il vino commerciale richiede una serie di accorgimenti che io non desidero ingurgitare. Soprattutto il bianco, che per sua natura è molto meno stabile del rosso. Insomma, tende a cambiare colore, a prendere d'aceto con facilità e ad alterarsi nel sapore. Soprattutto per colpa della vinificazione in bianco (senza i raspi), che gli preclude la possibilità di assorbire nei primi 10 gg di fermentazione quei conservanti naturali che vanno sostituiti con prodotti di origine chimica.
Così anche su bottiglie da 50 euro (ne ho comprate 3 lo scorso anno) ci trovi la scritta che contengono bisolfiti.

Poi, che anche il cosiddetto contadino metta "zozzerie" nel suo vino, è vero. Succede con una certa frequenza fra i contadini che vendono il loro vino. Meno fra quelli che se lo fanno per sé.

Aggiungo qualche cattiveria?
Abito in campagna, a qualcuno qui è noto.
I miei confinanti vendono l'UVA alla cooperativa comunale per il vino locale. Beh, siccome conviene sempre ritardare un po' la vendemmia, ma gli ultimi 15 gg statisticamente sono quelli più a rischio temporali, molti danno un trattamento chimico 10gg prima di vendemmiare.
Da notare che a volte trovo le scatole del trattamento utilizzato gettare in terra. E' lo stesso che uso io: periodo di carenza minimo 21 giorni. Vale a dire che l'uva non è commestibile se non dopo almeno 21 giorni dal momento in cui viene trattata.
Io non mi fiderei tanto...
Poi, alla fine sono gusti. Io, come scriveva qualcuno poco sopra, compro le mele brutte perché hanno meno roba chimica sopra. E vedo la differenza fra gli ortaggi non trattati e quelli artificiali, enormi, rigogliosi e bellissimi del mercato.


P.S. Succede la stessa cosa con l'olio: qui intorno danno tutti gli insetticidi (veleni almeno di IIIa classe, il massimo che si può usare senza specifica patente), anche a settembre. Poi raccolgono le olive. Hanno una resa superiore, perché io so che perdo una percentuale più alta del raccolto fra olive che cadono e parte di frutto mangiata dalla "mosca". Ma io do solo 2 trattamenti l'anno (l'ultimo subito dopo ferragosto) usando il classico solfato di rame. Niente insetticida.
E so che olio mi bevo.

Che sono stato prolisso??? [SM=x52769]
Spernacchiatemi pure...
multistrangola
00martedì 18 novembre 2008 10:38
Re: Mah...
riccardo.matesic, 18/11/2008 10.35:

Sinceramente Andrè,
il vino commerciale richiede una serie di accorgimenti che io non desidero ingurgitare. Soprattutto il bianco, che per sua natura è molto meno stabile del rosso. Insomma, tende a cambiare colore, a prendere d'aceto con facilità e ad alterarsi nel sapore. Soprattutto per colpa della vinificazione in bianco (senza i raspi), che gli preclude la possibilità di assorbire nei primi 10 gg di fermentazione quei conservanti naturali che vanno sostituiti con prodotti di origine chimica.
Così anche su bottiglie da 50 euro (ne ho comprate 3 lo scorso anno) ci trovi la scritta che contengono bisolfiti.

Poi, che anche il cosiddetto contadino metta "zozzerie" nel suo vino, è vero. Succede con una certa frequenza fra i contadini che vendono il loro vino. Meno fra quelli che se lo fanno per sé.

Aggiungo qualche cattiveria?
Abito in campagna, a qualcuno qui è noto.
I miei confinanti vendono l'UVA alla cooperativa comunale per il vino locale. Beh, siccome conviene sempre ritardare un po' la vendemmia, ma gli ultimi 15 gg statisticamente sono quelli più a rischio temporali, molti danno un trattamento chimico 10gg prima di vendemmiare.
Da notare che a volte trovo le scatole del trattamento utilizzato gettare in terra. E' lo stesso che uso io: periodo di carenza minimo 21 giorni. Vale a dire che l'uva non è commestibile se non dopo almeno 21 giorni dal momento in cui viene trattata.
Io non mi fiderei tanto...
Poi, alla fine sono gusti. Io, come scriveva qualcuno poco sopra, compro le mele brutte perché hanno meno roba chimica sopra. E vedo la differenza fra gli ortaggi non trattati e quelli artificiali, enormi, rigogliosi e bellissimi del mercato.


P.S. Succede la stessa cosa con l'olio: qui intorno danno tutti gli insetticidi (veleni almeno di IIIa classe, il massimo che si può usare senza specifica patente), anche a settembre. Poi raccolgono le olive. Hanno una resa superiore, perché io so che perdo una percentuale più alta del raccolto fra olive che cadono e parte di frutto mangiata dalla "mosca". Ma io do solo 2 trattamenti l'anno (l'ultimo subito dopo ferragosto) usando il classico solfato di rame. Niente insetticida.
E so che olio mi bevo.

Che sono stato prolisso??? [SM=x52769]
Spernacchiatemi pure...



sull'olio tuo non ho dubbi [SM=x52767]
anzi sono in attesa di tue comunicazioni [SM=x52773]
riccardo.matesic
00martedì 18 novembre 2008 10:51
Re: Re: Mah...
multistrangola, 18/11/2008 10.38:



sull'olio tuo non ho dubbi [SM=x52767]
anzi sono in attesa di tue comunicazioni [SM=x52773]



Ma come, mi aspettavo una filippica e invece niente???
Ma che devo confidare in Paparel per un po' di sana polemica???

Sull'olio ti basti sapere che domani sera io e Chiara siamo al frantoio. E torneremo a casa con un po' di recipienti pieni.
Fammi sapé tu.
E perdona questo basso stratagemma per farmi pubblicità sul forum...
[SM=x52770]
(Diavolett)
00martedì 18 novembre 2008 11:07
ric che dirti quandè che me fai provà l'olio tuo... [SM=x52773] [SM=x52773] [SM=x52773]
che qui se te dico quanto ne consumiamo in casa [SM=x52774]
7mzo
00martedì 18 novembre 2008 13:55
Il fatto è che sia noi che il nostro palato siamo ormai abituati al vino "commerciale", passetemi il termine, per "commerciale" intendo il vino che deve avere certe caretteristiche per poter essere messo in comercio e sopportare tutto il processo distributivo.
Premesso che bevo (solo al sabato) esclusivamente vini toscani; umbri e quando li trovo vini greci e ciprioti, mi succede quando vado dal mio "fratellone" giù in toscana di bere quello che loro chiamano il "vino bono", che non è altro il vino che loro producono per se stessi, beh ha un sapore completamente diverso può piacere o meno ma sicuramente si avvicina di più a quello che dovrebbe essere il vero gusto del vino.
Rootmaster
00martedì 18 novembre 2008 15:01
da toscano devo dire che tutte le volte che mi fermo durante un giretto a mangiare in garfagnana (e mi scappa un quartino) il "vino della casa" non sarà certamente al livello di uno imbottigliato, ma non credo di poter dire che sia imbevibile, anzi !
psound
00martedì 18 novembre 2008 15:15
Dalle mie parti il vero vino del contadino, quello di chi produce non più di 300 q di vino all'anno, è di gran lunga più buono di quello imbottigliato. E lo porti via con 10 € per una dama da 5 litri.

Vieni sul Conero, Andrè, poi ti potrai ricredere...
Toro99
00martedì 18 novembre 2008 21:42
Andrè sei capitato male,qualche volta ti porto una bottiglia del "Mio",nel senso che oggi lo fa il mi babbo nel vigneto di famiglia,una volta lo facevo anche io,davo una mano a mio nonno,Ti assicuro che è un gran bel bere,e sopratutto è SANO,nel senso che tante porcate che (a volte,non sempre sia chiaro) vengono messe nel vino imbottigliato,dovendolo bere noi di famiglia,non ce le mettiamo.
E'logico che dipende anche da che tipo di vino si vuol bere,e li entrano in gioco milioni di fattori,troppo spesso magari si cerca un vino strutturato in una zona e dal produttore sbagliato.
E' anche vero che troppo spesso tanta gente in malafede altera il mosto pur di ottenere un vinello bevibile. [SM=x52797]
Come al solito non bisogna generalizzare,ne in un caso ne nell'altro.
Lord Kasko
00mercoledì 19 novembre 2008 04:12
Quoto chi fa distinguo. L'enologia in cantina è importante, ma spesso porta ad eccessi, come i famigerati vini barricati, un Borgogna ed un Greco di Tufo si assomigliano più di un Barolo ed un Barbaresco cui sia stata risparmiata l'insulsa botticella. Quindi, vino del contadino o commerciale buono, stando attenti alle "sole" che arrivano dai produttori disonesti senza distinzione per dimensioni. [SM=x52783]
Liuck75
00mercoledì 19 novembre 2008 09:26
Perchè voi nun avete assaggiato il vino d'Amerigo!!! [SM=x52787] [SM=x52789]
paparel
00mercoledì 19 novembre 2008 14:35
Bhè dico la mia va.....

Premesso che ho letto alcune imprecisioni nei post precedenti (Mastic su tutti ovviamente [SM=x52780] ), o meglio, forse una non adeguata conoscenza del vino e di come viene fatto normalmente.
Cominciamo a sgombrare il campo dalle solite sciocchezze del tipo il vino in commercio è artefatto, quello del contadino non fa male, ecc. ecc., perchè quelle che vi raccontano sono tuttè delle amenità, e mi spiego; l'utilizzo dei trattamenti in campo enologico, è fondamentale ed inevitabile, sia per chi produce in maniera "commerciale" che per chi produce "il fatto in casa", questo è bene dirlo. I trattamenti servono alla vite prima, ed al vino dopo, per evitare dei piccolissimi problemi che in pianta si chiamano, oidio, flavescenza, filloseera, e quant'altro, mentre nel vito danno luogo all'ascescenza (pia d'aceto [SM=x52774] ), riduzioni ecc. ecc.
Semmai la differenza sta nel giusto utilizzo di fitofarmaci e trattamenti vari, e vi posso garantire che nella maggior parte dei produttori "fai da te" spesso è sbagliato. Non a caso ci sono fior di enologi che dopo anni e anni di studio, sui libri prima e sul campo dopo, riescono ad evitare le malattie col minor numero possibile di trattamenti, quando invece per il contadino le dosi sono fatte ad occhio, con il risultato che magari il vino non acetizza, ma nella migliore delle ipotesi ti stende con un mal di testa che la metà basta (Amerigo docet [SM=x52774] ).
E chi non usa tali accorgimenti sovente va incontro a due ordini di problemi: o non ha uva per fare vino perchè distrutta dai parassiti in pianta, o il suo vino dura da natale a santo stefano perchè diventa aceto nel giro di poche settimane.
Oltretutto non dimenticate che nelle moderne tecniche enologiche, ciò che è richiesto in primis è la pulizia maniacale delle cantine, cosa che spesso manca (o addirittura è fatisciente) al "contadino", non considerando che la cantina per il vino è come l'ospedale per il malato, deve essere un ambiente totalmente asettico se si vogliono evitare problemi [SM=x52774]
Tutto ciò per dire che il vino va fatto con certi accorgimenti, se di vino vogliamo parlare, diversamente parliamo di bevanda a base d'uva, e allora tutto è lecito [SM=x52769]
riccardo.matesic
00mercoledì 19 novembre 2008 19:47
Re:
paparel, 19/11/2008 14.35:

Bhè dico la mia va.....

Premesso che ho letto alcune imprecisioni nei post precedenti (Mastic su tutti ovviamente [SM=x52780] ), o meglio, forse una non adeguata conoscenza del vino e di come viene fatto normalmente.
Cominciamo a sgombrare il campo dalle solite sciocchezze del tipo il vino in commercio è artefatto, quello del contadino non fa male, ecc. ecc., perchè quelle che vi raccontano sono tuttè delle amenità, e mi spiego; l'utilizzo dei trattamenti in campo enologico, è fondamentale ed inevitabile, sia per chi produce in maniera "commerciale" che per chi produce "il fatto in casa", questo è bene dirlo. I trattamenti servono alla vite prima, ed al vino dopo, per evitare dei piccolissimi problemi che in pianta si chiamano, oidio, flavescenza, filloseera, e quant'altro, mentre nel vito danno luogo all'ascescenza (pia d'aceto [SM=x52774] ), riduzioni ecc. ecc.
Semmai la differenza sta nel giusto utilizzo di fitofarmaci e trattamenti vari, e vi posso garantire che nella maggior parte dei produttori "fai da te" spesso è sbagliato. Non a caso ci sono fior di enologi che dopo anni e anni di studio, sui libri prima e sul campo dopo, riescono ad evitare le malattie col minor numero possibile di trattamenti, quando invece per il contadino le dosi sono fatte ad occhio, con il risultato che magari il vino non acetizza, ma nella migliore delle ipotesi ti stende con un mal di testa che la metà basta (Amerigo docet [SM=x52774] ).
E chi non usa tali accorgimenti sovente va incontro a due ordini di problemi: o non ha uva per fare vino perchè distrutta dai parassiti in pianta, o il suo vino dura da natale a santo stefano perchè diventa aceto nel giro di poche settimane.
Oltretutto non dimenticate che nelle moderne tecniche enologiche, ciò che è richiesto in primis è la pulizia maniacale delle cantine, cosa che spesso manca (o addirittura è fatisciente) al "contadino", non considerando che la cantina per il vino è come l'ospedale per il malato, deve essere un ambiente totalmente asettico se si vogliono evitare problemi [SM=x52774]
Tutto ciò per dire che il vino va fatto con certi accorgimenti, se di vino vogliamo parlare, diversamente parliamo di bevanda a base d'uva, e allora tutto è lecito [SM=x52769]



A dire la verità fin qui sono molto d'accordo con te. Probabilmente scendendo in dettaglio non lo saremmo più [SM=x52768] però sin qui concordo. Ma a parte i cittadini dopolavoristi che si fanno poco vino per casa, i contadinozzi della zona sanno quello che fanno. E sanno anche di essere puzzoni quando trattano con i prodotti chimici.
Certo che anche io do i fitofarmaci alla vigna! Concordo sul fatto che non se ne può fare a meno. Concordo sul discorso della giusta scelta del prodotto (mio padre ci ha messo anni a stabilizzarsi sul prodotto che gli dava il risultato migliore) e delle dosi. Sicuramente gli enologi e gli agronomi possono fare meglio. Io tra l'altro mi sono avvalso di consulenze in passato. Non sempre con riscontri positivi. Soprattutto perché certi professionisti ragionano troppo in ottica commerciale (che a me non interessa).
Vedi che alla fine siamo d'accordo su molte cose? [SM=x52770]

Toro99
00mercoledì 19 novembre 2008 19:51
Re:
paparel, 19/11/2008 14.35:

Bhè dico la mia va.....

Premesso che ho letto alcune imprecisioni nei post precedenti (Mastic su tutti ovviamente [SM=x52780] ), o meglio, forse una non adeguata conoscenza del vino e di come viene fatto normalmente.
Cominciamo a sgombrare il campo dalle solite sciocchezze del tipo il vino in commercio è artefatto, quello del contadino non fa male, ecc. ecc., perchè quelle che vi raccontano sono tuttè delle amenità, e mi spiego; l'utilizzo dei trattamenti in campo enologico, è fondamentale ed inevitabile, sia per chi produce in maniera "commerciale" che per chi produce "il fatto in casa", questo è bene dirlo. I trattamenti servono alla vite prima, ed al vino dopo, per evitare dei piccolissimi problemi che in pianta si chiamano, oidio, flavescenza, filloseera, e quant'altro, mentre nel vito danno luogo all'ascescenza (pia d'aceto [SM=x52774] ), riduzioni ecc. ecc.
Semmai la differenza sta nel giusto utilizzo di fitofarmaci e trattamenti vari, e vi posso garantire che nella maggior parte dei produttori "fai da te" spesso è sbagliato. Non a caso ci sono fior di enologi che dopo anni e anni di studio, sui libri prima e sul campo dopo, riescono ad evitare le malattie col minor numero possibile di trattamenti, quando invece per il contadino le dosi sono fatte ad occhio, con il risultato che magari il vino non acetizza, ma nella migliore delle ipotesi ti stende con un mal di testa che la metà basta (Amerigo docet [SM=x52774] ).
E chi non usa tali accorgimenti sovente va incontro a due ordini di problemi: o non ha uva per fare vino perchè distrutta dai parassiti in pianta, o il suo vino dura da natale a santo stefano perchè diventa aceto nel giro di poche settimane.
Oltretutto non dimenticate che nelle moderne tecniche enologiche, ciò che è richiesto in primis è la pulizia maniacale delle cantine, cosa che spesso manca (o addirittura è fatisciente) al "contadino", non considerando che la cantina per il vino è come l'ospedale per il malato, deve essere un ambiente totalmente asettico se si vogliono evitare problemi [SM=x52774]
Tutto ciò per dire che il vino va fatto con certi accorgimenti, se di vino vogliamo parlare, diversamente parliamo di bevanda a base d'uva, e allora tutto è lecito [SM=x52769]




Non sono assolutamente daccordo,il vino l'ho fatto per anni e la mia famiglia continua ancora adesso a farlo,il vino in laboratorio fa parte ormai di una cultura che avanza,nelle cantine industriali oggi ( e fidati ne ho visitate parecchie ) gli enologi vanno in giro con camice bianco in mezzo a silos d'acciaio termoregolati con pompe ad immersione ovunque per mischiare i mosti,non sembra di stare in una cantina ma alla Bayer.
Booo se a voi piace sta roba fate pure,ma Ti garantisco che non è garanzia di un buon prodotto (vedi scandalo Villa Banfi di 2 anni fa),come non è un cattivo prodotto quello fatto da piccolissime vigne [SM=x52774] .
Il mio vino,non prende d'aceto tra Natale e S,Stefano,e non ha mai fatto venire il mal di testa a nessuno,anzi,molta gente a cui l'ho regalato è tornata insistentemente a chiedermelo.
Mi dirai che se ne apri un fiasco la mattina,la mattina dopo ha si un filo d'acetosi,un lieve accenno,ma...non so se ritenerlo un pregio o un difetto.
Una volta mi sono scordato a fine luglio una bottiglia di un noto vino siciliano aperta,quando sono tornato a settembre e l'ho vista li mi è vento l'impulso ad assaggiarla....non era cambiato di una virgola [SM=x52793] ...io credo che quello non fosse vino,ma un prodotto al gusto vino creato in laboratorio.
Daltronde il vino esiste da più di duemila anni,i laboratori chimici in cantina da solo una ventina,e non sono quelli (associati da presunti enologi e ingegneri del gusto )che hanno reso famosi i nostri vini nel mondo,Chianti compreso,che era il vino da pasto dei toscani,prodotto nelle piccole cantine che dici sporche [SM=x52774]
7mzo
00mercoledì 19 novembre 2008 20:21
Re: Re:
Toro99, 19/11/2008 19.51:




Non sono assolutamente daccordo,il vino l'ho fatto per anni e la mia famiglia continua ancora adesso a farlo,il vino in laboratorio fa parte ormai di una cultura che avanza,nelle cantine industriali oggi ( e fidati ne ho visitate parecchie ) gli enologi vanno in giro con camice bianco in mezzo a silos d'acciaio termoregolati con pompe ad immersione ovunque per mischiare i mosti,non sembra di stare in una cantina ma alla Bayer.
Booo se a voi piace sta roba fate pure,ma Ti garantisco che non è garanzia di un buon prodotto (vedi scandalo Villa Banfi di 2 anni fa),come non è un cattivo prodotto quello fatto da piccolissime vigne [SM=x52774] .
Il mio vino,non prende d'aceto tra Natale e S,Stefano,e non ha mai fatto venire il mal di testa a nessuno,anzi,molta gente a cui l'ho regalato è tornata insistentemente a chiedermelo.
Mi dirai che se ne apri un fiasco la mattina,la mattina dopo ha si un filo d'acetosi,un lieve accenno,ma...non so se ritenerlo un pregio o un difetto.
Una volta mi sono scordato a fine luglio una bottiglia di un noto vino siciliano aperta,quando sono tornato a settembre e l'ho vista li mi è vento l'impulso ad assaggiarla....non era cambiato di una virgola [SM=x52793] ...io credo che quello non fosse vino,ma un prodotto al gusto vino creato in laboratorio.
Daltronde il vino esiste da più di duemila anni,i laboratori chimici in cantina da solo una ventina,e non sono quelli (associati da presunti enologi e ingegneri del gusto )che hanno reso famosi i nostri vini nel mondo,Chianti compreso,che era il vino da pasto dei toscani,prodotto nelle piccole cantine che dici sporche [SM=x52774]




(vin)Santo Subito! [SM=x52767]


multistrangola
00mercoledì 19 novembre 2008 20:34
Re: Re:
Toro99, 19/11/2008 19.51:




Non sono assolutamente daccordo,il vino l'ho fatto per anni e la mia famiglia continua ancora adesso a farlo,il vino in laboratorio fa parte ormai di una cultura che avanza,nelle cantine industriali oggi ( e fidati ne ho visitate parecchie ) gli enologi vanno in giro con camice bianco in mezzo a silos d'acciaio termoregolati con pompe ad immersione ovunque per mischiare i mosti,non sembra di stare in una cantina ma alla Bayer.
Booo se a voi piace sta roba fate pure,ma Ti garantisco che non è garanzia di un buon prodotto (vedi scandalo Villa Banfi di 2 anni fa),come non è un cattivo prodotto quello fatto da piccolissime vigne [SM=x52774] .
Il mio vino,non prende d'aceto tra Natale e S,Stefano,e non ha mai fatto venire il mal di testa a nessuno,anzi,molta gente a cui l'ho regalato è tornata insistentemente a chiedermelo.
Mi dirai che se ne apri un fiasco la mattina,la mattina dopo ha si un filo d'acetosi,un lieve accenno,ma...non so se ritenerlo un pregio o un difetto.
Una volta mi sono scordato a fine luglio una bottiglia di un noto vino siciliano aperta,quando sono tornato a settembre e l'ho vista li mi è vento l'impulso ad assaggiarla....non era cambiato di una virgola [SM=x52793] ...io credo che quello non fosse vino,ma un prodotto al gusto vino creato in laboratorio.
Daltronde il vino esiste da più di duemila anni,i laboratori chimici in cantina da solo una ventina,e non sono quelli (associati da presunti enologi e ingegneri del gusto )che hanno reso famosi i nostri vini nel mondo,Chianti compreso,che era il vino da pasto dei toscani,prodotto nelle piccole cantine che dici sporche [SM=x52774]




spero di assaggiare presto il tuo vino amico mio e di ricredermi su quella che la mia esperienza diretta mi ha insegnato.
Ho assaggiato spesso il famoso vino del contadino ma come detto anche nell'aertura del post la totalità delle volte è stata una delusione [SM=x52787]
ntonyee
00mercoledì 19 novembre 2008 21:08
...da tre anni ho acquistato 2000 metri di terra coltivata a vite (negramaro 90% un po di uva rosa e malvasia)...

la coltivo con passione e in estate faccio solo qualche trattamento a base di solfato di rame e di zolfo ...niente concimi chimici [SM=x52794] ...

l'erba la taglio con il decespugliatore ...niente diserbanti [SM=x52794] ...

La produzione è di quantità bassa (rispetto ai vicini contadini) ma stranamente quando vendemmio ho sempre qualche grado zuccherino in più (segno di buona maturazione dell'Uva)

Al momento di vinificare ... mi limito ad "imbottigliare del SUCCO D'UVA dopo averlo lasciato fermentare una quindicina di giorni" ... niente pasticche [SM=x52794] e così tutti me lo invidiano [SM=x52781] , per cui posso dire che sia buono [SM=x52782] ... inoltre le bottiglie di tre anni fa non sono ancora diventate aceto seppur anche in assenza di pasticche...

... penso che il vino sia questo ... SUCCO d'UVA ... senza la chimica ... il resto sono prodotti industriali come la coca cola (che peraltro adoro) che di certo non viene catalogata come succo di coca !!!

...Per assaggiare vi tocca scendere quì nel salento ma sarete i benvenuti [SM=x52767] ...
paparel
00giovedì 20 novembre 2008 18:33
Secondo me avete frainteso il post di Multistrangola prima, e quello successivo mio dopo.

Qui non si discute la qualità di chi fa il vino fatto in casa secondo le regole enologiche, ma si discute la qualità (almeno dal punto di vista sensoriale)di chi lo fa alla volemose bene [SM=x52774] e la cosa è ben differente. Su una cosa permettetemi di dissentire però, ossia sul fatto di considerare il vino in commercio come artefatto. Forse avete avuto poca esperienza nel vedere come i produttori di vino lavorano, io ho avuto ed ho la fortuna di salire dai miei amici oltrepadani durante il periodo della vendemmia, e trascorrere alcuni giorni insieme a loro, per assistere e partecipare alle vendemmie, alle prime vinificazioni, e mi è capito di assistere anche ai rimontaggi, per arrivare una volta a fortuna, ad assistere alla fermentazione malolattica di diverse barrique. Bè vi assicuro che ne rimango affascinato ogni volta che vi partecipo, ed i risultati poi li tocco con mano quando arrivo agli assaggi, prima dalle botti e poi dalle bottiglie ormai affinate.

Sinceramente troppe volte ho avuto invece a che fare con i viticoltori della domenica, e ogni volta per me è lo stesso commento: "Bevitelo tu sto vino..." sarò pure presuntuoso, ma se me devo andà a mangià na fiorentina come cristo comanda vado da Toro, e non dalla prima grigleria che trovo per strada [SM=x52774] [SM=x52767]
multiss62
00sabato 22 novembre 2008 07:39
Re:
psound, 18/11/2008 15.15:

Dalle mie parti il vero vino del contadino, quello di chi produce non più di 300 q di vino all'anno, è di gran lunga più buono di quello imbottigliato. E lo porti via con 10 € per una dama da 5 litri.

Vieni sul Conero, Andrè, poi ti potrai ricredere...




Idem per buona parte del veneto.....
Poi ovviamente c'è sempre l'eccezione...
multipero
00sabato 22 novembre 2008 11:59
Il problema del vino del contadino è che non sai come lo fa e quello che ci mette dentro (meglio allora quelli commerciali). Se te lo fai tu o sai come lo fa (amico, parente, ecc.), il problema non c'è [SM=x52768]
psound
00sabato 22 novembre 2008 12:02
multipero, 22/11/2008 11.59:

Il problema del vino del contadino è che non sai come lo fa e quello che ci mette dentro (meglio allora quelli commerciali). Se te lo fai tu o sai come lo fa (amico, parente, ecc.), il problema non c'è [SM=x52768]




Ma potresti anche avere il contadino di cui ti fidi perchè beve lo stesso vino che vende, come succede dalle nostre parti. [SM=x52767]
multicris
00lunedì 24 novembre 2008 19:47
Mia opinione basata solo su esperienze di vita vissuta.

Mio suocero aveva la vigna nel chianti e il contadino mezzadro
faceva il vino e se lo beveva , era una schifezza ma a lui piaceva.

Mio zio aveva la vigna nell' alta valle del metauro e il contadino
mezzadro faceva il vino e se lo beveva , era ancora peggio , ci
mischiavamo la cedrata per poterlo bere.

Un mio carissimo amico comprava l' uva (bellissima) a Grottaferrata e
poi faceva il vino con il padre ex contadino e se lo bevevano ,
a loro sembrava nettare divino , era una schifezza.

Quando lavoravo a Civitavecchia molti pazienti avevano la vigna e
facevano il vino, me lo regalavano sempre, non si riusciva a bere.

Mio nonno a Mestre comprava il vino da un contadino fidato, in grandi
quantità e poi giocava a fare l' imbottigliatore e lo spumantizzatore
aggiungendo zucchero e fermanti, a lui piaceva e anche tanto
forse troppo, ma erano tutte schifezze.

Non ho provato tutti i vini dei contadini, sono troppi , ma ad occhio
direi che la maggior parte sono delle schifezze che piacciono solo a
chi le fa. Ovviamente c'è sempre l' eccezione.

D' altronde vale il detto "Ogni scarrafone è bello a mamma sua"

Cris
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