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La mia multi 620 con monobraccio

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2016 12:50
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28/11/2016 21:24
 
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Ciao a tutti!

Non so se sia la sezione piu adatta per presentarla, ma lei, è la mia multistradina 620, nera! Un pò piu differente delle altre per avere il monobraccio al posteriore.
L'ho presa così, l'ex proprietario anche, e devo dire che mi ha fatto passare un sacco di belle avventure, nonostante la mia mole non sia l piu adatta per il 620.
La bellezza di 2 metri per 100kg ed il piccolo 620 sparisce tra le mie gambe [SM=x52773]



Ha un pò di difetti con cui ho imparato a convivere, ad esempio il fatto che la velocità segnata sul display è piu bassa di quella reale a causa del sensore sulla ruota posteriore.
Il sensore infatti è posizionato sul disco freno posteriore, che sul 620 si regge per 6 razze, sul disco del monobraccio del 1000, per 4 razze. Ecco fatto che la velocità segnata è circa il 25% in meno.
Per rimediare ho pensato di spostare il sensore sulla ruota anteriore, che ha il disco del freno a 6 razze, ma sarebbe stato un accrocco peggio di ora [SM=x52777]
Ho optato quindi per un sensore di velocità da bicicletta, wireless, che si è rivelato una fregatura perchè la forcella è troppo lunga per la gittata del computerino.
Ho quindi preso, sempre della stessa marca, Sigma, il computerino di bordo per moto, a cavo, che ha velocità massima a 399km/h (non sia mai che decida di adattare una testata triflux con turbina e volumetrico... [SM=x52779] ).

Ho fatto passare il cavo attorno allo stelo sinistro della forcella per poi unirlo al fascio cavi della moto, fino a farlo arrivare al manubrio (non originale, credo un piega bassa), facendo quindi sembrare di serie il computerino [SM=x52783]

(qui nella foto il vecchio computerino, quello da bici. Non ho foto piu aggiornate, l'ho tenuto montato per un bel pò, la sua unica funzione era quella di dirmi la temperatura [SM=x52779] )



Un altro difetto con cui convivo, ma che con molta calma sto cercando di risolvere, è la spia della riserva che non si accende.
La prima volta che me ne sono reso conto è stato quando sono, ovviamente, rimasto a piedi intorno ai 150km di parziale (perchè ricordiamoci, il tachimetro sballa [SM=x52773] ). Dopo lo spavento iniziale della moto che si spegne, con calma ho pensato a quale potesse essere il problema, ho aperto il serbatoio, era vuoto, ho messo benzina, ed ho risolto il problema.
Almeno credevo.
Infatti pochi metri dopo aver messo benzina, aprendo il serbatoio per far vedere al mio amico che avevo fatto il pieno, scopro che la benzina era di nuovo calata [SM=x52786] .
Metto nuovamente benzina (Altri 5 euro di benzina dopo appena 2 km!) e mi viene il dubbio di una perdita di benzina... controlla controlla e tac!
Pompa della benzina che perde!
Qualche giorno dopo smonto tutto, cerco una guarnizione adatta da tutti i ricambisti, perchè ovviamente per avere solo la guarnizione devo comprare tutta la pompa [SM=x52780] , e infine ci adatto la guarnizione di un variatore di un motorino 50cc [SM=x52770]
Rimonto il tutto, stringo, ed al momento di mettere benzina perde ancora... Un pò innervosito vado ad allentare i bulloni della pompa, con ancora la benzina nel serbatoio, e mi accorgo che smette di perdere [SM=x52788]
Come ho risolto?
Silicone nero e bulloni leggermente piu lenti del normale [SM=x52777]
Penso sia un problema del serbatoio di plastica deformato o incrinato a questo punto.. vabbè la moto sembra andare bene comunque.
Durante i lavori alla pompa ho anche capito dov'è il porblema della riserva e sono tutt'ora alla ricerca di una pompa benzina ducati da buttare per prendere il piccolo sensore della riserva, guasto sulla mia moto...

Intanto che succedono tutte queste belle storielle, si accende a tratti la spia motore, faccio attaccare la diagnosi e risulta la bobina del cilindro verticale che da delle tensioni sbagliate (molto sporadicamente manca uno scoppio quando torna al minimo, me lo avrà fatto 3 volte da quando ce l'ho) ed un altro errore di riconoscimento dell'immobilizer.
Parlo con Ducati e mi dicono "vai avanti fino a che non si rompe, tanto alle brutte la moto va ad un cilindro [SM=x52782]
Proprio la risposta che uno come me si voleva sentir dire [SM=x52782] [SM=x52782]

Questa estate decido quindi di partire con un amico, munito di un Tenerè 660 dell'85 per arrivare a Barcellona, senza nave ovviamente, e siccome siamo due poveri ragazzi di 21 anni, e ripeto poveri, aboliamo le autostrade e facciamo tutto il viaggio per strade statali e regionali.

Con queste riparazioni così provvisorie vi starete chiedendo quanti mesi ci abbiamo messo, 10 giorni per andare e tornare, compresi 2 giorni di svago a Barcellona.

Prepariamo le moto per il viaggio!
Il problema piu grande per me? il vento in faccia.
Essendo alto 2 metri, il vento, quel maledetto, deviato dal cupolino riesce ad entrare perfettamente sotto il casco, facendomi quindi guidare con il collo sempre in tensione.
Stesso problema per il mio amico, di soli 1 metro e 90.
Essendo sempre dei poveri, e ripeto poveri ragazzi di 21 anni, piuttosto che comprare costosi cupolini maggiorati o deflettori d'aria, andiamo al Bricofer.
Torniamo vittoriosi con una lastra 2 metri per 1 di plexyglass e qualche minuteria.
Io mi ritaglio e creo un piccolo deflettore da agganciare al plexyglass originale, alto quanto basta per deviare l'aria sul casco invece che sul maledetto collo e ci riesco.
Dopo un pò di test in cui si spaccava al centro, opto infine per la visiera di un casco capovolta.
Ottima soluzione.
Il mio amico opta invece per una revisione del progetto stilistico degli ingegneri Yamaha ed usa tutto il metro e mezzo avanzato di plexyglass per creare un cupolino che farebbe invidia al bmw C1.
Soluzione drastica che a 120km/h sicuramente si sarebbe spaccata, quindi prende delle bacchette di alluminio altrettanto lunghe, buca il plexyglass e con delle fascette blocca tutto insieme per dargli rigidità. Infine Rifinisce il tutto con una guarnizione di una portiera che mi avanzava, il bordo superiore del suo nuovo cupolino.
Intanto io riesco a rimediare delle borse laterali morbide, mi faccio al volo un telaietto per tenerle dritte, monto il bauletto fornito dall'ex proprietario (che da rosso faccio diventare nero, come la moto), cambio cinghie distribuzione, portacellulare, presa 12v e le moto sono pronte per il viaggio della speranza!



Qui invece siamo gia on the road, in Provenza, nel sud della Francia.
(da ammirare l'opera ingegneristica del mio amico, orgoglioso dietro la sua moto. Io, se non si fosse capito, scattavo la foto)



Durante il viaggio, come è ovvio che accada a due tipi come noi, ne succedono di tutti i colori, dal tenerè che beve 1 litro d'olio ogni 800km (capiamola, ha 50.000km), al multistrada che si vuole improvvisare davvero Multi, finendo a fare sterrati dietro ai sassolini lanciati dal Tenerè, o dietro alle r6 sul passo vicino Frejus (località, non la montagna), arrivando alla fine del passo con la gomma dietro arricciata e quella davanti nuova. Sai com'è, ha le forcelle originali ed il mono del 1000, più 3 valige cariche ed un cristo di 100kg sul groppone. Le curve non sa come vadano affrontate.

Allegasi foto dello sterrato per andare proprio sotto a delle pale eoliche, sempre in Francia.






Dopo sempre più stupidate, peripezie, litigate e dolori di culo (che non centrano nulla con le litiate, chiariamo!), arriviamo in Spagna ed infine a Barcellona.





Dopo un paio di caldissimi giorni li, decidiamo di tornare e ci imbattiamo in posti particolarissimi della Francia, che all'andata non avevamo incontrato.

Ci tengo a precisare che è stato uno dei pochi momenti in cui ho avuto paura di farmi male in moto.
Immaginate strade totalmente dritte, in mezzo alla pianura paludosa, nessuna macchina, nessun incrocio e di punto in bianco una torre in lontananza. Sembra cosi lontana. Non capisci bene cosa sia.
Intanto viaggi a circa 140km/h in fase comatosa, cercando di non pensare a quel culo che tanto ti fa male o alle ginocchia che scoppiano.
Vedi sempre piu nitidamente quella torre e vedi che ha un buco in mezzo. Il mio cervello automaticamente archivia dicendo "ah ok, la strada passa nel buco".
Col cazzo!
La strada si divide e gli gira intorno, inchiodata sia da parte mia che sua e gia che ci siamo, ci fermiamo a guardare dove cavolo eravamo finiti.





Insomma per farla breve, dopo svariate centinaia di chilometri, siccome è stata la povertà la nostra vera compagna di viaggio, dopo aver elemosinato gli ultimi 10€ al bancomat per poter cenare, in due, rimaniamo al confine con l'Italia con 2 bancomat, 2 postepay e una carta ricaricabile bloccate con 1€ e qualche spicciolo dentro.
Ci fermiamo in un benzinaio e fortuna vuole che in francia, al confine con l'Italia, siano sempre piu avanzati di noi nonostante i pochi chilometri di differenza. Troviamo quindi wifi e aria condizionata. Fortuna vuole che mia madre e mio padre erano in costa azzurra a fare una vacanza con la Giulietta 1.8 classe '85 di mio padre.

Qui mentre la nave madre rifornisce il satellite.



Mi lascio affidare la carte di credito e torniamo in Italia ed infine a Roma.
Qui una foto scattata in toscana, dove si può vedere il mio deflettore home made, il computerino di bordo da bici (che non funzionava), il portacellulare e si intravede la presa 12v.



Dopo essere tornato a casa vittorioso, senza intoppi, senza rotture, il multistradino sembra immortale e 400km per un giro in moto organizzato al volo sono il minimo.

Un week-end decido di fare un viaggetto per andare a trovare mia nonna a Chieti, prendo la tiburtina e reduce dalla confidenza acquisita dietro all'r6 sul passo per Frejus e 4000km di strada fatti una settimana prima, vado tranquillamente veloce sulle strade degli appennini fino a quando in terza piena in uscita di curva, devo frenare per fare una curva a gomito a destra. Niene di particolarmente pericoloso, sapevo che la moto avrebbe scondinzolato un pò togliendo un paio di marce, ma non sapevo che il freno anteriore sarebbe andato totalmente a vuoto.
Mi attacco al freno dietro, scalo tutte le marce, ma la moto non ne vuole sapere di rallentare e punta dritta dritta sul montarozzo davanti a me.
Dagli 80 riesco a rallentare credo intorno ai 30 e per un attimo mi scoreggia il cervello. "E se accellerassi invece che frenare? potrei salire sulla montagna e rimanere in equilibrio!"
Per fortuna la montagna è arrivata prima che finissi di partorire questa cazzata e mi sono quindi accasciato in mezzo al'erba.


Nessun danno.
Solo lo specchietto sinistro rotto e qualche piccolo graffio non troppo visibile.
Dò un pò di pompate al freno e si riprende.
Con la coda tra le gambe arrivo da nonna a Chieti, faccio uno spurgo e BBBBBBoolle mille bolle blu blblb mille bolle blu!



Il giorno dopo era ferragosto, non potevo non passarlo a Roma con gli amici!
Quindi sono risalito in sella, Tiburtina, Roma, Fiumicino sfasciato su un telo da mare con la birra in mano.

Ecco, lei è la mia motina, depotenziata a libretto e ripotenziata con il semplice uso del pollice.
Ora il mono dietro l'ho fatto tarare alla bene e meglio da un amico e se la cava discretamente bene tra le curve, non riesco a stare davanti a lui ed alla sua ninja 2015, ma ogni tanto qualche sorpasseto glielo riesco a fare, anche con il bauletto montato [SM=x52777]

Avrei un sacco di altre storielle da raccontare passate a bordo della mia motina, ma credo di avervi annoiato gia troppo [SM=x52770]
Ora la moto è ferma perchè devo cambiare la frizione, ma siccome fa freddo, mi sono comprato la macchina (alfa gtv v6 tb!)e sono povero (ricordiamolo sempre), me la sto prendendo molto comoda... per dirvi... ho ancora montato lo specchietto rotto, attoppato con il nastro telato nero [SM=x52777] [SM=x52777]

Alle prossime avventure!

[Modificato da andrea.giusti1964 28/11/2016 22:06]
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multi in piega (3 messaggi, agg.: 09/06/2023 09:18)

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